Damaschino
Sin:
damaschina, damaschena, farana in algeria, planta pedralba in Spagna, mayorquin in Francia, beldi in Tunisia.

Storia:

Il nome lascerebbe pensare ad una provenienza dalla città di Damasco ed un suo eventuale arrivo in Sicilia durante la dominazione araba. Questa ipotesi non ha però trovato nessuna conferma bibliografica. Brevi citazioni di questo vitigno si hanno solo nel 1868 ad opera del Mendola e nel Bollettino Ampelografico del 1885.

damaschino

 

Nell'agro Marsalese il Damaschino venne utilizzato nella ricostruzione postfillosserica dei vigneti per la forte domanda di vini bianchi da pesce. Successivamente venne sostituito dal Catarratto per la sua maggiore resistenza alla peronospora ed al marciume (Paulsen. 1934).

Diffusione:

Il Damaschino era un tempo diffuso su un'area di coltivazione molto ampia, poi progressivamente ridottasi con l'imporsi di altre varietà più redditizie. Oggi è la provincia di Trapani (l'agro marsalese in particolare) la zona in cui lo si coltiva maggiormente. Rientra nella composizione delle Doc Marsala ed è previsto come tipologia in purezza dalla Doc Delia Nivolelli.

  caratteristiche sensoriali del vino: il vino ottenuto si presenta di colore giallo o giallo paglierino, scarso di alcool, di profumo gradevole, fine, di pronto consumo. A volte può essere insipido e disarmonico. Non adatto all'invecchiamento.

utilizzo enologico: vitigno a duplice attitudine, che può essere utilizzato localmente sia per il consumo diretto, che per la vinificazione, solitamente in uvaggi o con altre uve come il Grecanico.
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